VIGEVANO E LA RIVINCITA DEL DIAVOLO
Vigevano è una graziosa cittadina del pavese nota soprattutto per la piazza Ducale, ma anche ricchissima di curiosità e misteri.
In un sapiente connubio tra leggenda e tradizione, si narra ad esempio che San Bernardo di Chiaravalle, giunto a Vigevano, fu aggredito dal Diavolo in persona che staccò una ruota del suo carro. Per nulla spaventato, il santo ‘arrotolò’ il demonio facendogli assumere le fattezze di una ruota che sostituì a quella danneggiata.
A ricordo dell’incontro tra il santo ed il Maligno, ogni anno, l’ultima settimana di agosto (spesso posticipata alla prima di settembre) si festeggia ‘La Sagra del diavolo’. In un rito che sembra avere fattezze più pagane che cristiane, viene realizzato un grosso fantoccio rosso con corna e forcone. Nella piazzetta antistante la chiesa di San Bernardo, viene preparata una catasta fatta di piccoli legni a cui si da fuoco. Il fantoccio del diavolo appeso ad un cavo d’acciaio, viene infine fatto calare ed ‘arso vivo’.
Si tratta di un rito propiziatorio, di un’evidente allegoria del bene che vince sempre sul male. O quasi sempre…
Nel 2014 qualcosa è andato storto. Mentre la folla accalcata incitava urlando all’unisono “Brucia! Brucia! Brucia!”, la carrucola che doveva permettere la discesa del fantoccio si è incastrata al cavo. Impossibile farla scorrere ed il ‘diavolo’ si beffeggiava quasi ballando a tre metri sopra le teste della gente. Il rogo nel frattempo si stava spegnendo, tanto che un addetto ha dovuto salire su una scala, staccare il fantoccio e gettarlo di persona nel fuoco.
Si tratta di un segnale nefasto per l’anno a venire o di un ‘povero diavolo’ stanco di essere ciclicamente arso?
Escludendo questo divertente episodio, è doveroso concludere facendo cenno alla figura di Bernardo di Chiaravalle o meglio, Bernard de Clairvaux. Abate e teologo francese, fu il fondatore dell’omonima e magnifica Abbazia di Chiaravalle in provincia di Milano.
Figura all’epoca di grande spicco, fu molto legato all’Ordine dei Templari e tra i suoi scritti citiamo Ai cavalieri del tempio: Elogio della nuova cavalleria.
di William Facchinetti Kerdudo

