ROMA ED IL SEGRETO DELLA PORTA MAGICA

ROMA ED IL SEGRETO DELLA PORTA MAGICA

Roma è amata e conosciuta in tutto il mondo per i suoi monumenti, la sua storia e le sue mille facce. Ma è anche una città piena di curiosità, di misteri e luoghi magici. Uno di questi lo troviamo passeggiando per il centro tra la basilica di Santa Maria Maggiore e quella di San Giovanni in Laterano, piazza Vittorio Emanuele II.

All’interno del parco tra moderne costruzioni ed antichi ruderi, in un angolo nascosto, appare lei di cui molti ignorano anche l’esistenza ma che è portatrice di uno dei più famosi misteri della storia, la Porta magica e la formula della Pietra Filosofale. Maghi, cartomanti, predicatori e santoni di vario genere compaiono negli angoli delle strade o in tanti canali TV. Promettono prodigi, contatti con l’aldilà e miracolose guarigioni. Troppe volte la cultura magica è considerata alla stregua di un gioco o di uno dei tanti modi per poter far soldi. Ma la tradizione magioco-esoterica ha radici profonde ed è la base di partenza di tanti studiosi che con il loro pensiero hanno dato origine alla rivoluzione scientifica. Il grande interesse per la magia e per l’alchimismo ha portato, nel Rinascimento, alla produzione di una vasta opera letteraria e basta guardare uno di questi libri per trovarvi pagine di fisica, meccanica, ricette di medicina affiancate da scritture segrete e simboli mistici. L’alchimia si presenta con un insieme dei più svariati studi dalle scienze alle tecniche magiche, che avrà il periodo di maggiore ascesa nel Seicento.
Fu questo il periodo in cui Cristina di Svezia raccoglie intorno a se, i più illustri ermetici ed alchimisti del periodo per trovare un modo attraverso il pensiero magico di dominare la natura. A Roma troviamo uno dei gruppi più attivi che si riunisce in una delle grandi dimore dell’Esquilino, la villa del marchese Massimiliano Palombara. Il nobile era un uomo erudito, studioso di filosofia e scienze occulte. Possedeva una grande biblioteca con numerosi trattati di alchimia ed ermetismo, e lui stesso ne scrisse uno “la Bugia”. Proprio in questo volumetto racconta il suo nato interesse per l’occulto. Narra che un giorno passeggiando tra i viali della sua villa sentì una voce chiamarlo e gli apparve San Giovanni che gli rivelò i segreti dell’alchimia e della pietra filosofale.
Se questo episodio sia vero o meno è difficile da appurarlo, fatto sta che il marchese si fece costruire un fornito laboratorio accanto alla sua villa, nel quale dedica tutto il suo tempo agli studi sulla pietra filosofale. Ma il mistero non finisce qui, anzi si infittisce ancora di più.
Si narra che nella notte del 1660 un forestiero passando per Roma chiese a Massimiliano Palombara ospitalità, e che questa generosamente gli venne offerta. Il mattino seguente il pellegrino rivela di essere arrivato fino a lui per la fama che aveva nei salotti di tutta Europa e sperava di trovare nella dimora dell’uomo il luogo giusto dove dedicarsi ai suoi studi. Il marchese gli concesse l’uso del suo gabinetto scientifico, ed il pellegrino vi si chiuse tre giorni interi, intento a lavorare sui suoi esperimenti. Dopo questo periodo sparisce misteriosamente lasciando sul tavolo del laboratorio dei piccoli frammenti d’oro ed una pergamena sulla quale era annotata un formula misteriosa.
Nonostante gli sforzi, il nobile non riuscì a venire a capo di quelle scritture e non riuscì mai a capire come trasformare un vile metallo in oro, ma la sua generosità era tale da decidere di rendere tutti partecipi di quella scoperta, sperando che qualcuno riuscisse a decifrarlo. Per fare questo fece incidere sullo stipite della porta del laboratorio la misteriosa formula.
Sotto il gradino della porta stessa scrisse: “ Est opus occultum veri Sophi aperire terram ut germinet salutem pro populo”. Con questo sottolinea lo scopo ultimo di ogni esoterista o studioso di scienze alchemiche: “è opera occulta del vero saggio aprire la terra affinché generi salvezza per il proprio popolo”.
Nel corso dei secoli in molti hanno provato a decifrare quelle iscrizioni, in tanti si sono arresi davanti alle iscrizioni latine che prevedono prodigi insoliti: “Quando nella tua casa neri corvi partoriranno candide colombe, allora sarai chiamato sapiente”; “Chi sa bruciare l’acqua e lavare col fuoco fa cielo della terra e del cielo cosa preziosa”.
La porta magica è uno dei documenti occulti più famosi che racchiude in se scienze antiche di migliaia di anni. Oltre ad essere l’accesso al laboratorio segreto poteva rappresentare l’accesso attraverso il quale gli adepti entravano nell’arcano mondo dell’alchimia dove avrebbero potuto raggiungere i livelli più alti di purezza della proprio anima. Il mistero non è mai stato svelato, dopo più di tre secoli, sebbene la soluzione sia proprio li, alla vista di ogni passante. Forse si attende solo il “sapiente” che sappia leggere con altri occhi quelle iscrizioni.

di Angelo Castagnacci

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