LOMELLO E LA CHIESA DEL DIAVOLO

LOMELLO E LA CHIESA DEL DIAVOLO

Lomello, dall’originario Laumellum, si contraddistingue per dare il nome alla Lomellina, zona della provincia di Pavia delimitata dai fiumi Ticino, Sesia e Po. Questo comune, sulle rive del torrente Agogna e di circa 2000 abitanti, nacque dapprima come insediamento romano ed in seguito subì la dominazione longobarda, che la rese capitale della Lomellina.

Molte leggende riguardanti la Lomellina riconducono a Lomello e quasi tutte hanno un fondo di verità. La prima parla di un’alluvione con esondazione del torrente Agogna, tra il I ed il II secolo d. C., che colpì il paese: persone, animali, piante, case ed il castello stesso vennero sommersi dalle acque del fiume. Possiamo ipotizzare che l’evento sia stato drammatico e di forza incredibile se teniamo conto del fatto che il castello era alto circa 10–15 m.
I superstiti cercarono di ripristinare le attività del paese usando la ‘Città Sommersa’ come fondamenta: ancora oggi si può notare dalla strada che il comune si trova ad almeno 5 metri sopra il livello del fiume e le vie non sono livellate bensì possiedono delle caratteristiche ‘collinette’.
A questo evento è collegata un’altra leggenda. Il vaiolo aveva colpito un legato papale, Guillaume de Gros, che si trovava sulla via Francigena, costringendolo a fermarsi a Lomello. Non riuscì a guarire e, prima di morire, come gesto di riconoscenza per l’accoglienza ricevuta, decise così di donare alla chiesa del paese la preziosa reliquia che stava portando a Roma durante il suo pellegrinaggio: un frammento della Santa Croce.
Ogni volta che vi era rischio di alluvione, di un violento temporale od un fatto minaccioso per l’incolumità degli abitanti, la reliquia veniva esposta dal parroco a scongiurare ogni pericolo: ancora oggi si dice in paese che questo frammento protegga il Comune .

La Basilica di Santa Maria, posta su una delle collinette più alte di Lomello, racchiude invece molteplici leggende: nata come castello nei primi anni d.C., fu poi ricostruita come chiesa dopo l’alluvione. Nel 590 d.C. ospita le nozze tra Agilulfo e Teodolinda (regina dei Longobardi). Queste nozze avrebbero sancito l’unione dei due popoli e quindi anche la fine delle guerre tra questi, ma si dice che provocò invece l’ira del Diavolo in persona, che secondo leggenda si era anche infatuato della pagana Teodolinda. La rabbia della Bestia fu tale da distruggere la Chiesa il giorno prima delle nozze. L’atto però non passò inosservato e smosse forze supreme: l’Arcangelo Gabriele costrinse il Diavolo a ricostruire la chiesa, mettendogli a disposizione tutti i più illustri architetti: la chiesa doveva essere ricostruita in una sola notte di febbrile lavoro.
Oggi la Basilica, una delle più importanti e belle d’Italia, consta di Battistero a pianta ottagonale, un campanile visibile da ogni punto di Lomello, ed una struttura alquanto insolita: i mattoni che compongono la parte anteriore della chiesa sono disposti in parte normalmente, in parte a lisca di pesce, altri ancora sembrano “buttati” letteralmente a tappare i buchi strutturali…
Insomma, in una notte di lavori forzati, non si poteva pretendere di più!
Un altro aneddoto riguardante la Chiesa del ‘diavolo’? Nei primi anni del 2000, un telegiornale molto seguito annuncia l’avvistamento dell’ombra del Diavolo all’interno della Basilica: tremendi sono stati gli effetti collaterali della notizia che porta la città ad un turismo malsano, all’insegna della profanazione del luogo sacro. Sebbene nessun testimone confermi questa storia, l’interno della chiesa è molto interessante da visitare, tenendo conto anche di un’altra leggenda: la struttura portante, le colonne insieme alle volte ed alle arcate, ‘cambiano posizione’!
In realtà queste metamorfosi sono in parte dovute ad un restauro risalente al 1960 dove le originarie volte a botte, sono state sostituite con volte a crociera causando un curioso effetto prospettico e di apparente movimento.

Ma se la Chiesa principale di Lomello ha queste (e più) leggende a seguito, anche il comune non è da meno!
La figlia di Teodolinda venne murata viva due volte: nella prima occasione fu liberata, nella seconda venne lasciata a morire. Dove? Proprio all’interno del castello di Lomello!
Secondo la leggenda le sue urla riecheggiano nell’imponente struttura: abitanti del paese affermano che alcuni uffici (il castello è l’attuale sede del Comune) dovettero essere spostati poiché le grida dello spettro disturbavano gli impiegati.
Il mistero a Lomello è dunque di casa e ‘farcito’ di varie altre storie che hanno attirato attenzioni ben più importanti che dei semplici turisti: ad esempio la Lomellina è conosciuta per i molti tunnel sotterranei, usati come fuga, nascondiglio o come collegamento. Il più importante tunnel lomellino però si trova a Lomello: questo collega la Basilica di Santa Maria Maggiore (come già detto del 590 d.C.) ad una Villa di circa 200 anni fa (un altro mistero…) e fu scoperto a seguito di diversi scavi dove furono ritrovati importanti oggetti: uno scettro, una ruota di un carro e una corona interamente ricoperti d’oro.
Questi tesori furono ritenuti appartenenti a Teodolinda e vennero portati al British Museum di Londra.
Ma se fu ritrovata solo una ruota del carro, che secondo un’altra leggenda era interamente ricoperto d’oro e gemme preziose e trainato da 24 cavalli… dov’era il resto?
Gli americani si scomodarono venendo a scoprire con i vari rilevatori che sotto alla Chiesa vi era qualcosa di interessante… Tutto ciò però comportava uno scavo molto invasivo (che avrebbe potuto distruggere le fondamenta della chiesa e far crollare molte altre strutture adiacenti) ed inoltre si dovevano ottenere i permessi dal Vaticano (essendo terreno consacrato).
Fu così che i progetti andarono in fumo, in seguito alle varie incomprensioni, e oggigiorno ancora non è possibile sapere se la leggenda abbia un fondamento di realtà….

di Sabrina Sangalli e Alberto Cristiani

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