IL SANTUARIO MALEDETTO E LO SPARTITO DEL DIAVOLO
Esistono dei luoghi che, seppur deputati al bene, come un cancro che si diffonde e si ramifica in tutto il corpo, si tramutano e cambiano forma ed intenzione.
Questo è il caso della chiesa del S.S. NOME DI MARIA, detta anche SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE VIGNE. Si trova nel vercellese, nel comune di Trino, ma per trovarla è più facile recarsi alla frazione di Lucedio. Poco distante, un piccolo cimitero da cui si diparte un sentiero percorribile solo a piedi. Immersi tra gli alberi ed in un silenzio quasi innaturale, ecco stagliarsi la chiesa circondata da rovi.
Alcune macabre storie che sfociano nella leggenda (ma che allo stesso tempo sembrerebbero essere avvalorate da documenti risalenti al 1684) narrano che alcune ragazze del posto scelsero questo luogo appartato per evocare ed incontrare Satana. Le suore novizie della chiesa, tentando di salvare le anime delle giovani penitenti, caddero loro stesse vittime del Maligno. Iniziò un periodo di riti demoniaci e sabbatici all’insegna della lussuria più sfrenata. Le suore, divenute sacerdotesse nere, tentarono in ogni modo i fedeli che si recavano in chiesa fino a convincerli di abiurare Dio per scegliere la fede del Maligno. L’eco di queste perversioni giunse fino a Roma e finalmente, nel 1784, un decreto papale fece sconsacrare la chiesa. Sebbene l’edificio sia ormai chiuso ed abbandonato, sembra che l’energia negativa abbia affondato le proprie radici in questa zona e tutt’oggi capita che di notte avvengano strani ritrovi di streghe o vengano celebrati riti satanici.
Premetto che consiglio di non entrare nell’edificio, ma di osservarlo solo dall’esterno.
E’ chiuso al pubblico da decenni ed è pericolante. Unicamente per fini giornalistici e per realizzare questo articolo, sono penetrato all’interno della chiesa attraverso una grossa fessura nell’abside ritrovandomi dietro all’altare maggiore. Polvere, calcinacci, capitelli a forma di angeli che mi osservavano dall’alto e, purtroppo, testimonianze di recenti messe nere. Un’unica navata che si apre verso l’alto con un’enorme e suggestiva cupola ancora parzialmente affrescata. E poi, ecco che il mio sguardo si sofferma al di sopra del portone d’ingresso. Se in altre chiese è la sede abituale di un vero organo a canne che si affaccia a balconcino, qui si è trovata una curiosa soluzione stilistica tramite un trompe – l’oeil totalmente dipinto. I colori sbiaditi dal tempo e dalle incurie, lasciano comunque trapelare l’oggetto che stavo cercando: lo spartito del diavolo.
Per capire meglio la sua origine ci dobbiamo spostare nel vicino principato di Lucedio (al quale dedicherò un intero articolo) nel quale sorge la chiesa di Santa Maria. La tradizione vuole che all’interno della sua cripta sia stata intrappolata una presenza maligna grazie ad un magico spartito composto da un abate. Come questa sequenza di note sia in grado di bloccare il demone, è allo stesso tempo in grado di liberarlo se suonato al contrario!
Una leggenda senza fondamento e senza prove che si tramandò per secoli fino a quando, durante delle rilevazioni avvenute nel 1999 all’interno del vicino Santuario della Madonna delle Vigne, ci si accorse che lo spartito del diavolo… era una realtà!
Come poter provare che lo spartito fosse proprio quello tramandato dalla leggenda? L’associazione TESES (Team Sperimentale Esplorazioni Sotterranee) con il supporto della dott.ssa Paola Briccarello, ricercatrice di scritti di musica antica, ha scoperto che l’andamento grave dei primi tre accordi lascino supporre che siano invece le note conclusive di un tema musicale. Inoltre eseguendo lo spartito palindromo, la composizione ha una melodia ‘fastidiosa’. Se invece si prova ad eseguirla al contrario (da destra verso sinistra, dal basso verso l’alto), acquista un ‘senso armonico’.
Altra prova atta comprovare che si tratti dello spartito maledetto, è quello di analizzarlo tramite i canoni enigmatici, particolari parole sottoforma di anagrammi celati tra le note.
Le tre righe musicali creano infatti, nell’ordine, le seguenti parole:
DIO
FEDE
ABBAZIA
Termini religiosi confortanti, ma se suonati/pronunciati al contrario producono l’effetto opposto.
In questa particolare zona, sembra che le nebbie salgano d’improvviso ammantando ed oscurando ogni cosa; sembra inoltre che di notte compaiano strane luci e strane figure dalle quali bisogna stare lontani.
Avendo pubblicato la foto dello spartito del diavolo, i più temerari potranno tentare di eseguirlo al contrario. Però non vi consiglio di sfidare la sorte: potreste risvegliare e liberare un demone che non vi darà più pace.
di William Facchinetti Kerdudo



