GLI ECHI FANTASMA DI BALESTRINO

GLI ECHI FANTASMA DI BALESTRINO

All’uscita dell’autostrada per Borghetto Santo Spirito, si imbocca la strada per Toirano e ci si arrampica sul monte. Dopo qualche chilometro, in mezzo ad un paesaggio talmente bello da togliere il fiato, inaspettatamente pare di entrare in un’altra epoca, un’altra dimensione, vedendo comparire sul colle il vecchio borgo medievale di Balestrino.
Abbandonato nell’anno 1953 per il pericolo di una frana, mai verificatasi, è talmente suggestivo da essere stato designato come location per il film fantasy “Inkheart” del 2008.

Il Castello di Balestrino, unica parte abitata del borgo vecchio, domina dall’alto i resti di questo paese. Venne edificato all’inizio del Cinquecento sui resti di una precedente fortificazione alto-medievale.
La storia di Balestrino vede tre nobili famiglie al governo: gli Abati Benedettini, i Conti Bava e la famiglia Del Carretto.
Il nome di Balestrino, di origine romana, deriva da balestra, antica arma da guerra, ed infatti numerose furono le battaglie che si svolsero nel suo territorio, soprattutto in difesa dagli invasori.
Ora il vecchio borgo è chiuso da pesanti cancelli moderni, che stridono con la storia del paese, che si mostra in tutto il suo splendore nonostante la prigione creata dall’uomo.
Per questioni di sicurezza, l’accesso al borgo è stato impedito a partire dal 2013. Sconsigliata quindi una visita a causa di strutture ormai pericolanti anche se è da far notare che diversi ‘coraggiosi’ si avventurano ancora al suo interno.
Chi ha avuto la fortuna di visitare Balestrino negli anni precedenti non può che riportare un’esperienza unica e ora irripetibile.
Percorrendo le vecchie strade, invase ed avvolte da vegetazione, si incontrano le abitazioni in pietra, le porte aperte in segno di resa… Un gatto sospettoso, unico guardiano di questo posto carico di storia, sembra guardare incredulo che esseri umani possano, dopo più di 50 anni, lasciare le loro orme in questi luoghi.
Nella piazza del borgo l’interno della Chiesa è ormai spoglio; dal soffitto sgretolato traspare ancora il cielo dipinto di un azzurro dai toni della speranza; i resti di una corona appoggiati alla cassetta delle offerte. Il raggi di un caldo sole ligure filtrano ancora dalle alte finestre erose dal tempo e pare strano vederla illuminata: sembra quasi di rievocare la memoria di riti religiosi tra le vecchie panche ormai divelte, nell’aria riecheggiano quasi gli echi dei cori della messa…
Nelle case, gli strumenti di lavoro abbandonati si rassegnano alla ruggine del tempo, non più accarezzati dalle mani dell’uomo…

C’è vento a Balestrino, un vento che porta rumori di passi, rumori metallici, rumori di porte che sbattono, ma non c’è più nessuno qui. Molte porte, cadute o volutamente divelte nel corso degli anni, diventano pontili di acceso all’entrata di case abbandonate con vecchi pavimenti impolverati.
Echi del tempo? Rumore del vento? O semplicemente un vecchio borgo con un’anima e tante voci di un antico passato che vogliono rivivere? Chissà!
Sono tante le persone che riportano storie di rumori strani uditi in un luogo che ben si presta al sogno, alla suggestione ed a leggende narrate davanti ad un camino acceso, mentre sorge l’imbrunire…

di Eva Rebecchi
foto di Eva Rebecchi

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